Alternanza

Alternanza

"Viaggiatore, non c’è cammino, si fa il cammino camminando..." (Antonio Machado)
È questa la frase che caratterizza la mia strada professionale; col passare del tempo ho scoperto di seguire due sentieri: la psicologia e la mediazione interculturale.
Camminando nel mese di giugno, sul mio cammino ho avuto un piacevole incontro con una splendida persona; si trattava di una giovane studentessa: Sara Nechi, lei giovane studentessa, frequenta la classe 3D del Liceo Savoia-Benincasa di Ancona.
Sara ha incrociato il suo percorso con il mio: il suo stage. Il fulcro del nostro lavoro si basava sul tema della traduzione/mediazione linguistica culturale.
Inspirate del titolo del famoso film "Lost in Translation" (Sofia Coppola, 2003), abbiamo deciso di scrivere un articolo su "La diffcoltà nella traduzione".
Ringrazio Sara per aver seminato sul mio sentiero nuove conoscenze, le auguro un buon proseguimento...


Ad ognuno di noi è capitato almeno una volta nella vita di dover tradurre una parola, una frase o persino testi interi e ognuno di noi sicuramente avrà trovato qualche ostacolo.

La difficoltà maggiore di tradurre da una lingua ad un'altra (soprattutto da una cultura ad un’altra) è, principalmente, conoscerne la struttura, perché fino a quando bisogna tradurre solo una parola, questo tipo di difficoltà non si presenta ma per frasi e testi è inevitabile.

Conoscere sia la struttura della lingua e sia la cultura che la rappresenta, sono i tasselli fondamentali per avere una buona traduzione, ma non basta. Infatti, per una buona traduzione bisognerebbe evitare la trasposizione letterale, poiché si rischia di tralasciare od omettere importanti elementi culturali. Lingua, cultura, costumi, religione: il dialogo interculturale è un cocktail di tanti elementi, non tutti conosciuti e non tutti evidenti.

Bisogna, inoltre, saper rispettare il significato e la forma di ciò che vogliamo trasmettere perché non sempre quello che vogliamo dire ha il suo corrispettivo nella lingua da tradurre.

Quindi cosa bisognerebbe fare?

Come evitare di perderci nel “mezzo del cammin della nostra traduzione”?

Bisognerebbe andare alla ricerca degli elementi linguistico-culturali che soddisfino al meglio sia la lingua dell’emittente sia la lingua del ricevente.

Per avere quindi una corretta traduzione bisognerebbe rispettare queste “regole”, altrimenti potrebbe risultare non corretta e persino incomprensibile.

In conclusione, possiamo affermare che l’azione dell’interprete e/o traduttore è destinata a promuovere nuove e più efficaci forme di comunicazione fra le due parti in causa, allo scopo di favorire la comprensione reciproca, nel superamento d’eventuali lacune linguistiche.

L’atto della traduzione non è solo tecnica, ma anche la capacità di fare da ponte che collega le due sponde del fiume.

 

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