“Non giudicare un libro dalla copertina”, quante volte abbiamo sentito questa affermazione?"
Questa frase viene usata per descrivere l’errata tendenza a basarsi sull’apparenza di una cosa per determinarne il valore del suo contenuto.
Questa affermazione va ad introdurre un tema, ahimè, sempre attuale a distanza di tantissimi anni di battaglie e manifestazioni: il pregiudizio.
Pre-giudizio: un giudizio emesso prima di conoscere la realtà dei fatti. Rappresenta dei pensieri e degli atteggiamenti negativi nei confronti di persone o cosa prima di conoscerle realmente. Alla base di ciò, è necessario far ricorso ai concetti di ingroup e outgroup: gli ingroup sono le categorie sociali a cui si appartiene, l’outgroup quelle a cui non si appartiene. Non sono termini di uso quotidiano, ma più semplicemente possiamo parlare di “noi” e “loro”, distinzione che già denota l’appartenenza o l’esclusione da un gruppo. Solitamente, i pregiudizi sono rivolti a coloro che non fanno parte del nostro gruppo di appartenenza e che, di conseguenza, vengono considerati come “diversi” e “inferiori”. Sono numerosi i pregiudizi, diretti o indiretti, che possono essere messi in atto: pregiudizi etnici, sull’aspetto fisico, sull’orientamento sessuale, sul modo di vestirsi, sulle condizioni economiche, e tanti altri.
Quando il pregiudizio diventa un comportamento specifico nei confronti di altri gruppi si parla di discriminazione: un trattamento mirato ad evidenziare le differenze tra due gruppi sociali, così da far emarginare e sentire più inferiore un gruppo rispetto ad un altro.
Come ho accennato in precedenza, purtroppo sono temi altamente attuali nonostante ci siano stati tanti di anni di lotte per combattere questi problemi. Basterebbe ricordare uno dei più clamorosi esempi di discriminazione: lo sterminio di milioni di ebrei da parte dei nazisti.
Oppure, parlando di attualità, le numerose violenze fisiche e psicologiche alla comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transgender) e ancora, violenze e discriminazioni sulle donne da parte degli uomini.
La domanda sorge spontanea: si possono eliminare i pregiudizi?
Tutti noi giudichiamo. Diamo sempre il nostro giudizio diretto o indiretto verso qualcosa o qualcuno, anche prima di conoscere realmente ciò che abbiamo davanti. La differenza la facciamo nel momento in cui siamo in grado di mettere in discussione noi stessi e le nostre opinioni di fronte alla “diversità”. L’apertura alla diversità ed un contatto sociale con essa è fondamentale per prevenire pregiudizi e, di conseguenza, anche le discriminazioni.
Inoltre, sono presenti interventi psicologici mirati alla riduzione del pregiudizio basati sul contatto tra membri di gruppi sociali diversi, proprio per favorirne la relazione.
La capacità di giudicare resterà sempre presente nell’indole umana. Perciò, l’importante è non fermarsi alla copertina e avere la voglia e la determinazione di aprire quel libro per scoprirlo fino in fondo.
Scritto in collaborazione con Dott.ssa Sara Possanzini
Tirocinante Laurea Psicologia
Università degli studi di Urbino Carlo Bo
Dott.ssa Maria Luisa Mazzetta