Il rugby è uno sport di squadra praticato in buona parte del mondo ad esempio nel Regno Unito nelle ex colonie britanniche (come Irlanda, Australia,Nuova Zelanda, Figi, Australia), Francia e Argentina.
La leggenda attribuisce la nascita di questo sport a William Web Ellis uno studente della città di Rugby; l'invenzione del gioco ,nel 1823, è avvenuta in occasione di una partita di football giocato con regole ancora non standardizzate, William Webb Ellis raccolse la palla con le mani e iniziò a correre verso la linea di fondo campo avversaria per poi schiacciarla oltre la linea di fondo campo. Questo gesto stupì ed incuriosì molte persone, che iniziarono a praticare questo "sport". L'immaginario comune vede i rugbisti come persone rudi e violente,poichè lo questo tipo di sport ha regole molto complicate da capire per una persona che non lo ha mai praticato, infatti molti tendono a pensare che l'unico obbiettivo del gioco sia quello di far male all'avversario, ciò è completamente sbagliato visto che i rugbisti sono molto legati alla filosofia del fairplay tanto che nobiltà, lealtà, rispetto dell’avversario, spirito di sacrificio, altruismo, amicizia, impegno, gioco di squadra, coraggio sono i valori che costituiscono il DNA del rugby e del rugbista.
Una volta Henry Blaha rugbista e giornalista statunitense disse:
"Il rugby è uno sport bestiale giocato da gentiluomini "
Nel rugby esiste una tradizione molto importante: finita la partita le due squadre si ritrovano nella Club House e mangiano insieme, questo è il terzo tempo. Dietro questi "banchetti" a base di birra, carne, urla e risate si nasconde un significato molto più profondo.
Le due squadre che pochi momenti prima stavano combattendo il metch in campo, mettono da parte ogni tipo di competitività e si siedono attorno ad un tavolo come un gruppo di amici, ed è proprio in questo momento che si creano amicizie stabili e forti fra i giocatori.
Il terzo tempo non è una magra consolazione per la squadra perdente, non è disonorevole. La vita non è facile non è sempre tutto "rose e fiori" e il rugby insegna ad accettarlo, ad andare avanti. Il “terzo tempo” si svolge sempre e comunque, indipendentemente dal risultato con cui si è conclusa la partita,e le due squadre orgogliose di essersi giocate il tutto per tutto festeggiano insieme in allegria. Così, anche nella vita, ci vuole il “terzo tempo”: il momento per capire che anche se non ce l’abbiamo fatta affronteremo ancora le sfide future, più forti e uniti.
Scritto in collaborazione con Jacopo Tiberi
Studente Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Ancona