Ippocrate (medico greco) fu il primo, nel 400 a.C. a descrivere un disturbo depressivo legato all’andamento stagionale, e nel II secolo a.C., i medici greco-romani erano solito nel trattare la depressione con l’esposizione alla luce solare direttamente negli occhi.
Pinel ed il suo allievo Esquirol (nel 1845) furono, invece, i primi a distinguere i sottotipi di depressione invernale ed estiva.
Norman Rosenthal è un medico che nella metà degli anni ’80 si trasferì negli USA dal Sud Africa e si accorse che durante i mesi invernali si sentiva depresso e molto meno produttivo, per poi tornare alla normalità nei mesi caldi.
Con altri, colleghi, dunque, cominciò a collaborare alle ricerche su questa condizione, sulla melatonina e sul ciclo sonno-veglia per poi arrivare a definire una nuova malattia.
Durante la stagione invernale, la luce solare riduce in modo significativo i tempi di irradiazione, aumentando a sua volta le ore di esposizione al buio.
Questo cambiamento costituisce uno degli elementi significativi del disturbo affettivo stagionale, indicato in inglese come SAD (Seasonal Affective Disorder).
I mesi di dicembre, gennaio e febbraio, mesi nei quali cade il solstizio d’inverno che garantiscono poche ore di luce e ne determinano il periodo più delicato.
L’insorgenza del disturbo affettivo stagionale risulta infatti visibile in percentuale nettamente maggiore nella stagione autunnale e invernale e, in linea nettamente minore, nella stagione estiva.
Questa malattia viene indicata impropriamente anche come depressione d’inverno, depressione d’estate o depressione stagionale, ma il disturbo affettivo stagionale è una malattia ricorrente che fa parte del disturbo depressivo maggiore che:
Quando le giornate sono più corte e la luce solare diminuisce, gli individui sperimentano sentimenti di tristezza e perdita delle energie.
Più raramente, nel 3% dei casi, il SAD può presentarsi in primavera o all’inizio dell’estate, per poi scomparire in inverno; in questo caso si parla di SAD estivo.
Il disturbo affettivo a ricorrenza stagionale può diventare una patologia cronica e presentare diversi episodi depressivi ciclici.
Tra i sintomi più comuni della depressione affettiva stagionale riscontriamo:
Una specificità dei soggetti che presentano una depressione stagionale è la presenza di un umore depresso, ma reattivo che permette un cambio ponderale dell’umore (accentuato nelle ore serali) a seguito di un evento positivo.
In base al decorso di differenziano due forme di SAD:
Il disturbo affettivo stagionale invernale è molto comune.
I sintomi presentano il loro esordio in autunno e inverno e possono includere:
La depressione stagionale estiva (durante cui caldo e ansia possono aggravare ulteriormente la condizione di SAD) ha esordio nelle stagioni più calde come la primavera e l’estate.
Alla fine delle ferie, ad esempio, l’umore può abbassarsi per quella che è nota come “sindrome da rientro delle vacanze” e che tra le conseguenze estreme può avere proprio stato depressivo.
I sintomi che possono verificarsi più frequentemente nella depressione estiva sono i seguenti:
La fase acuta si verifica solitamente nei mesi più bui, e, nei casi gravi, il disturbo affettivo stagionale può presentare dei pensieri suicidari.
È difficile calcolare la prevalenza esatta del SAD, perché il disturbo viene spesso sottovalutato e, quindi, non diagnosticato.
Si stima che la prevalenza sia dell’1-10% (in Italia del 3,5% per SAD e 11,5% per S-SAD, ossia le forme più lievi di SAD conosciute anche come “sotto-sindromi”) e che sia correlata alla latitudine, a causa della diversa esposizione delle aree geografiche alla luce solare.
È più frequente nelle donne, che sono associate ad un rischio aumentato di circa quattro volte rispetto agli uomini (4,5% nelle donne rispetto all’ 1,2% negli uomini in Italia), oltre che nelle persone con storia familiare di:
insorge tipicamente nella fascia che va dai 18 ai 30 anni e si presenta in maniera variabile nelle diverse aree geografiche: la frequenza è massima nei paesi lontani dall’equatore ad un’elevata latitudine, e minima nei paesi a bassa latitudine.
Le cause specifiche sono sconosciute, ma sono stati studiati ed individuati alcuni fattori che possono determinare l’insorgenza della malattia:
Possibile correlazione tra SAD e sistema immunitario che provoca un maggiore stato infiammatorio
Per effettuare una diagnosi di disturbo affettivo stagionale bisogna affidarsi a dei professionisti, perché si potrebbe fare confusione tra depressione stagionale e ipotiroidismo o altre patologie.
Medico e psicologo collaborano per indagare le ragioni relative all’astenia che essa genera, con una contemporanea analisi fisica e psicologica, che costituisce, quindi, un esame diagnostico indispensabile.
È possibile combattere il disturbo depressivo stagionale con l’uso di farmaci che agiscono sulla serotonina; tuttavia, sarà il professionista a valutare la necessità del farmaco a seconda del caso specifico.
Il trattamento è fondamentale per prevenire le complicanze, soprattutto se attuato prima che i sintomi peggiorino e si basa sulla combinazione di:
Si usa una luce chiara e artificiale per mimetizzare quella solare, come primo trattamento per la depressione autunnale.
Ci sono dei dispositivi in grado di emettere uno spettro di luce sovrapponibile a quello solare.
I sintomi del SAD possono essere alleviati sedendo di fronte all’emissione di luce al mattino, di solito dagli inizi di autunno fino alla primavera.
La fototerapia comincia ad agire dopo qualche giorno o qualche settimana causando minori effetti collaterali rispetto ai farmaci, ma questo non significa che debba essere autogestita; la terapia deve essere monitorata da uno specialista e non dovrebbe essere utilizzata assieme ai farmaci che aumentano la sensibilità alla luce come il litio, la melatonina, gli antipsicotici e alcuni antibiotici.
Scritto in collaborazione con
Ludovica Angeletti
Studentessa del 3ºanno di scienze e tecniche psicologiche (L-24) - Università degli studi Carlo Bo di Urbino
Dott.ssa Maria Luisa Mazzetta